La moglie del maresciallo

Pur non essendo originaria del territorio, Adelia Sorrentino in Cannella merita di essere ricordata in special modo perché visse fino all’estremo sacrificio e, come molti combattenti di guerra, trovò la morte nel 1918 lasciando due figli in tenera età. Si era ammalata a causa della spagnola, contratta mentre curava i soldati che erano stati sistemati in un’improvvisata infermeria nell’imponente Casa Nesini, sede del Comando Militare dove la famiglia del maresciallo Cannella, all’epoca comandante del Forte di Oga, era stata alloggiata. Il protrarsi della situazione di emergenza, con il continuo afflusso di ammalati e di feriti dalla linea dello Stelvio, la spinsero a rendere operativo un vero e proprio ospedaletto che occupava ben quattro stanzoni. Oltre alla gratitudine dei soldati che aveva amorevolmente accudito come figli, Adelia ebbe l’onore di funerali militari e di essere sepolta in mezzo ai caduti nel cimitero della chiesetta di S. Barbara. Si narra che quando il cimitero venne dismesso, la sua salma fu trovata perfettamente conservata.

La vita di Adelia, non diversamente da molte altre donne sotto la guerra, è incentrata sulla protezione della famiglia e sulle forme di aiuto che avrebbe potuto fornire, nel suo piccolo, per alleviare le sofferenze dei soldati e dei poveri che abitavano nel paese. La fatica di una vita in montagna, per lei nata e vissuta sul mare di Pescara, non valse a scalfire la sua fede: seguì il marito di cui volle condividere la destinazione e qui, fra le montagne, si adattò a una realtà non facile, sopportando le privazioni della guerra, soccorrendo i bisognosi, allevando i figli nella maggiore serenità possibile. Lasciò un ricordo vivissimo nella popolazione, che ancora negli anni ’60 si stringevano intorno alla sua virtuosa figura.

Bormio, 1918
Ritratto eseguito dal famoso pittore Paolo Michetti, pubblicato sul volume “Le ali dell’Angelo” di Ideale Cannella

 

 

 

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