Nelle aree montane, le donne hanno affrontato per secoli con tenacia le difficoltà che il vivere in alta quota comportava. Questa forza nell’accogliere le sfide di ogni giorno si è trasformata, già sul finire dell'Ottocento, in grinta nel praticare ascensioni e sport più diversi. 

In mountain areas, women have for centuries faced the difficulties that living at high altitudes entailed with tenacity. By the end of the 19th century, this strength in accepting the challenges of each day had already been transformed into grit in the practice of the most diverse climbs and sports. 

A Charles Pierre de Frédy, barone de Coubertin, si deve l’avvio dei giochi olimpici moderni a fine Ottocento, nei quali però la partecipazione femminile veniva fortemente ostacolata. Le donne, infatti, dovevano avere un ruolo puramente estetico o semplicemente celebrativo durante le premiazioni degli atleti. Il barone de Coubertin indicava lo sport femminile come antiestetico e poco pratico, e così, fino a cento anni fa, la presenza delle donne ai giochi olimpici era ancora fortemente penalizzata.

Charles Pierre de Frédy, Baron de Coubertin, is credited with starting the modern Olympic Games at the end of the 19th century, in which, however, female participation was severely hindered. Women had to play a purely aesthetic or simply celebratory role during the athletes' prize-giving. Baron de Coubertin described women's sport as unsightly and impractical, and so, up to a hundred years ago, the presence of women at the Olympic Games was still strongly penalised.

Nei confronti dello sport femminile, la stessa cultura di allora, maschilista e conservatrice, come anche la medicina e la chiesa, paventavano pericoli e rischi ai danni sia della fertilità sia della moralità: lo sport praticato dalle donne metteva in dubbio la devozione e l’onore. Ogni forma di emancipazione della donna verso la dimensione sportiva, dunque, era vista con sospetto.

About women's sport, the same male chauvinist and conservative culture of the time, as well as medicine and the church, feared dangers and risks to both fertility and morality: sport practised by women called devotion and honour into question. Any form of emancipation of women towards the sporting dimension was therefore viewed with suspicion.

Tuttavia, alcune donne di ceti elevati o più progressiste si organizzarono in una sorta di “movimento sportivo al femminile” e iniziarono a partecipare nei territori alpini alle scalate e agli sport bianchi. E così già nel 1898 nel cluster di Cortina, l’elegante alpinista inglese Beatrice Thomasson, membro dell’Österreichischer Alpenverein dal 1893, divenne particolarmente famosa per la conquista di alcune vette dolomitiche, spesso accompagnata dalla guida alpina Arcangelo Siorpaes. 

However, some upper-class or more progressive women organised themselves into a kind of 'women's sports movement' and started to participate in Alpine climbing and white sports. And so already in 1898 in the Cortina cluster, the elegant English mountaineer Beatrice Thomasson, who had been a member of the Österreichischer Alpenverein since 1893, became particularly famous for conquering some of the Dolomite peaks, often accompanied by the mountain guide Arcangelo Siorpaes.

Qualche anno dopo, nel 1909, anche la Regina Elisabetta del Belgio, insieme con il marito e due guide alpine, si spinse sulla Punta di Fiames, a ben 2.240 metri di altezza, per ammirare dall’alto la conca ampezzana.

A few years later, in 1909, even Queen Elizabeth of Belgium, together with her husband and two mountain guides, ventured up to the Punta di Fiames, at a height of 2,240 metres, to admire the Ampezzo basin from above.

A partire dagli anni Venti del Ventesimo secolo vennero organizzate regolarmente, nell’attuale cluster Bormio – Livigno, una serie di gare sciistiche invernali. Le donne tuttavia dovettero aspettare il 1936. In quell'anno fu organizzata infatti la prima competizione tutta al femminile e lo sci non fu più un tabù per le donne della valle.

From the 1920s onwards, a series of winter ski races were regularly organised in what is now the Bormio - Livigno cluster. Women, however, had to wait until 1936. In that year, the first all-female competition was organised and skiing was no longer taboo for women in the valley.

Questa attività era considerata sconveniente per le movenze, poco aggraziate, oltre che poco pratica per l’attrezzatura – gli sci erano in legno e i bastoncini semplici bacchette di nocciolo (còler in dialetto) senza nessuna impugnatura – e per l’abbigliamento, che per le donne non contemplava i pantaloni sportivi.

This activity was considered unseemly because of the movements, which were not very graceful, as well as impractical because of the equipment - the skis were made of wood and the poles were simple sticks made of hazelnuts (còler in dialect) without any handles - and because of the clothing, which did not include sports trousers for women.

Solo alcuni decenni dopo, le donne si vedranno invece grandi protagoniste nelle competizioni internazionali degli sport alpini.

Only a few decades later, women would instead be seen as major players in international alpine sports competitions.